Centenario della Christuskirche di Roma

Una mostra online della Bibliotheca Hertziana – Istituto Max Planck per la storia dell'arte in collaborazione con la Congregazione Evangelica Luterana di Roma

Indice

La chiesa evangelica luterana Christuskirche fu costruita tra il 1910 e il 1922 su progetto di Franz Schwechten (1841–1924). Il quartiere ai margini del Pincio ospita dall'inizio del XX secolo anche l´Istituto Archeologico Germanico (DAI), il quale è strettamente legato alla storia della parrocchia. Foto: Gabriele Fichera 1986, Bibliotheca Hertziana, Inv. U.Pl. ED 27588
La Christuskirche, chiesa evangelica luterana in via Sicilia

Introduzione

La costruzione della Christuskirche o Chiesa Evangelica Luterana a Roma avvenne nel Rione Ludovisi, situato a nord-est del centro della città, un’area di circa 25 ettari venduta alla città nel 1886 dalla famiglia Boncompagni, erede della famiglia Ludovisi, e successivamente sviluppata come terreno edificabile. Qui furono costruiti grandi palazzi, come il Palazzo Margherita progettato da Gaetano Koch (attuale Ambasciata degli Stati Uniti in Via Veneto), ed edifici ecclesiastici, tra cui la Chiesa neorinascimentale di San Patrizio a Villa Ludovisi, la Chiesa neogotica del Santissimo Redentore e Santa Francesca Saverio Cabrini e la neoromanica Chiesa Evangelica Luterana. Rispetto alle chiese più antiche, questi edifici sacri hanno ricevuto poca attenzione nella storia dell’arte di Roma, pur essendo edifici di alta qualità, sia in termini di progettazione che di esecuzione, e strettamente legati alla storia di singole comunità nazionali o ordini religiosi.
La fototeca ha colto l’occasione del centenario dalla consacrazione della Christuskirche per allestire una mostra online che traccia il percorso dalla progettazione alla realizzazione. Negli ultimi decenni sono state realizzate diverse campagne fotografiche nella chiesa, l’ultima delle quali nel 2019 dal fotografo dell’istituto Enrico Fontolan. Nelle fotografie vengono illustrati i diversi riferimenti dell’edificio e degli arredi su modelli paleocristiani e romanici, così come le componenti guglielmino-tedesche della costruzione storica della chiesa.
La mostra è inoltre arricchita da un video di Madelaine Merino, che racconta l’interno della chiesa con una descrizione cinematografica. Il breve contributo si inserisce nella tradizione delle visualizzazioni spaziali cinematografiche che combinano la realtà con l´aura dell´ambiente. Uno dei primi esempi è il breve documentario del 1936 del borsista della Bibliotheca Hertziana Carl Lamb “Raum im kreisenden Licht” (Spazio nella luce circolare), dedicato alla Wieskirche dell’Alta Baviera.

Johannes Röll

Saluto

I 100 anni della Christuskirche di Roma appaiono pochi rispetto all’età delle altre chiese romane. Storicamente, tuttavia, questi 100 anni sono alquanto lunghi. La costruzione della chiesa è stata pianificata e iniziata all’epoca in cui imperatori e re regnavano ancora in Germania e in Italia. La chiesa fu consacrata dopo la prima guerra mondiale, senza le autorità che un tempo l´avevano pianificata e con una comunità tedesca numericamente decimata, la quale si trovava in una situazione politica completamente cambiata.
Un risultato notevole fu che la congregazione e le autorità ecclesiastiche tedesche fossero riuscite a completare e consacrare l’edificio della chiesa all’inizio degli anni Venti, nonostante la minaccia della recessione e dell’incertezza. La chiesa fu progettata con consapevolezza e magnificenza in tempi in cui vi era ancora una stabilità della monarchia e del protestantesimo. Fu invece consacrata in una fase di incertezza e di brancolante cambiamento.
Questa è una delle caratteristiche della Christuskirche che si è rivelata particolarmente efficace nella sua breve storia: dare alla congregazione sostegno e orientamento nei momenti difficili. Essa rappresenta un luogo di rifugio e un punto di riferimento quando la stabilità che prima si credeva protetta viene meno. Si potrebbe meglio dire: la Christuskirche di Roma è stata progettata per rappresentare il protestantesimo (tedesco) in modo brillante e orgoglioso; ma il suo vero effetto si è manifestato offrendo una casa spirituale a persone volubili e dubbiose in tempi difficili, in tutti i suoi limiti. Guardiamo a tutto ciò con gratitudine.

Michael Jonas

1. Pianificazione ed esecuzione dell'edificio

Il 5 novembre 1922 fu consacrata la Christuskirche di Roma. L’edificio, uniformemente progettato in stile neoromanico-storico, non mostra dall’esterno che la sua progettazione è durata più di trent’anni e la sua costruzione più di dieci, mentre in Europa si svolgeva la Prima guerra mondiale e in Germania la monarchia stava per finire.
Dal 1823 la congregazione protestante tedesca a Roma utilizzava per le sue funzioni una cappella al piano terra del Palazzo Caffarelli al Campidoglio, sede della legazione prussiana. L’iniziativa di erigere un nuovo edificio ecclesiastico è nata intorno al 1890 da vari gruppi in Germania dediti alla promozione della diaspora straniera. Nel 1899 fu acquistato uno stretto appezzamento di terreno in via Toscana, non lontano da via Veneto e dalle Mura Aureliane, che doveva essere sviluppato con un complesso edilizio composto da chiesa, parrocchia e canonica. Poiché dal 1907 la parrocchia romana era affiliata alla Chiesa regionale prussiana, il Comitato della Chiesa protestante tedesca, in qualità di proprietario del nuovo edificio, commissionò i progetti all’architetto berlinese Richard Schultze (1855–1923).
Schultze progettò una chiesa tradizionalmente orientata verso est-ovest e non molto profonda a causa della ridotta larghezza del suolo, con un battistero separato, racchiuso centralmente tra la canonica a nord (rivolta verso la via Sardegna) e la sala parrocchiale a sud (rivolta verso la via Sicilia) e accessibile solo da quest’ultima.
Questo progetto sembrò troppo poco rappresentativo all’imperatore Guglielmo II (1859–1941), che in qualità di capo della Chiesa di Stato prussiana lo seguì da vicino, così nel 1910 commissionò al suo architetto, il consigliere privato Franz Schwechten (1841–1924), un progetto alternativo. Schwechten aveva costruito, tra l’altro, dal 1891 al 1895 la Kaiser-Wilhelm-Gedächtniskirche a Berlino e dal 1905 al 1913 il Castello imperiale di Poznań. Egli modificò l’orientamento della chiesa di 90 gradi, in modo da creare un edificio visibilmente più grande a tre navate con la facciata monumentale rivolta verso via Sicilia, affiancato a nord dalla sala parrocchiale e dalla canonica.
La prima pietra fu posata il 2 giugno 1911, ma i lavori di costruzione furono interrotti dalla guerra del 1914–1918. Nel 1915 furono espropriati tutti i beni tedeschi a Roma, i quali non furono restituiti dopo la fine della guerra, compreso il Palazzo Caffarelli con la cappella della legazione. Il progetto di costruzione incompiuto, tuttavia, fu recuperato e completato. Poiché la comunità era stata decimata alla fine della guerra, la nuova canonica fu affittata all’Istituto Archeologico Tedesco, la cui sede sul Campidoglio era stata anch’essa espropriata.
Nonostante le interruzioni, il progetto di Schwechten fu realizzato quasi senza modifiche, rendendo la chiesa una delle più importanti testimonianze dello storicismo guglielmino, il cui linguaggio architettonico si avvale di elementi paleocristiani, lombardi e della dinastia degli Staufer in modo stilisticamente eclettico, servendosi al contempo di materiali locali come il travertino utilizzato per l’esterno. [TB]

2. Interni e arredi

L’interno della Christuskirche è in perfetto stato conservativo; anche la disposizione degli arredi progettata da Franz Schwechten è rimasta invariata fino ad oggi. La chiesa, che all’esterno appare a navata unica, all’interno è invece ridotta dall’atrio e dal vestibolo retrostante. Ciò determina una forma quasi quadrata dell’interno: strette navate laterali delimitano una navata centrale molto più ampia a tre campate con abside semicircolare. L’asse principale conduce al presbiterio rialzato con il pulpito a destra. Il coro è delimitato a destra da una scala per il pulpito che parte dall’abside e incorniciato a sinistra da uno schermo corale in marmo. Sopra le navate laterali e il vestibolo si trovano gallerie sostenute da pilastri e colonne.
Particolarmente notevoli sono i mosaici di grandi dimensioni nelle cupole pensili, sugli archi di cinta, sull’arco trionfale e nell’abside. La decorazione in oro, madreperla e tessere in vetro colorato orna un’area di 414 metri quadrati. L’azienda berlinese Puhl & Wagner è stata incaricata di eseguire i lavori, utilizzando il metodo di posa indiretto. I mosaici sono stati progettati dai pittori Ernst Pfannschmidt (1868–1949), autore dell’abside e dell’arco trionfale, e Friedrich Schwarting (1883–1918), che ha realizzato i motivi delle fasce ornamentali sul bordo della volta. Il mosaico sulla parete frontale dell’abside raffigura Cristo come Maiestas Domini: il sovrano del mondo nella mandorla troneggia sul globo e sull’arcobaleno, ha la mano destra alzata in segno di benedizione e nella sinistra tiene il libro aperto con le parole dall’Apocalisse di Giovanni: “Io sono l’Alfa e l’Omega”. La scelta di questo motivo e dell’uso dei mosaici per l’interno della chiesa può essere ricondotta alle preferenze dell’imperatore Guglielmo II in materia di progettazione e politica edilizia. Gli edifici paleocristiani, normanno-siciliani e romanici del XII e XIII secolo sono serviti da modello. Le decorazioni a viticcio che circondano il Cristo si basano anche sugli ornamenti delle chiese romane di San Clemente e Santa Maria Maggiore. Oltre a una ghirlanda di mughetti, decorano le superfici musive dell’arco trionfale anche una croce a raggiera e due angeli che sorreggono corone di martiri. Ulteriori rappresentazioni figurative nello spazio absidale sono state risparmiate. Nel punto più alto della chiesa, al centro della cupola centrale pensile, si trova una crux gemmata quadrata. Le pareti presentano un’incrostazione marmorea dipinta parzialmente di bianco e verde scuro, in stile tardoantico.
Gli arredi liturgici, progettati da Schwechten e successivamente da Gotthold Riegelmann (1864–1935), sono stati donati dalle Associazioni femminili Gustav Adolf delle città luterane di Eisleben, Mansfeld, Erfurt e Magdeburgo. In questo modo, la forma e l’uso dell’altare, del pulpito e del fonte battesimale intendevano richiamare i luoghi di attività di Lutero. I pezzi sono stati realizzati in marmo italiano bianco avorio e cipollino. La decorazione del pulpito fa riferimento, invece, a opere del XII e XIII secolo provenienti dalla Germania e dall’Italia meridionale: il profeta Isaia, Giovanni Battista, l’apostolo Paolo e il martire Stefano rappresentati sul pulpito sono figure prese in prestito dagli schermi del coro della Liebfrauenkirche di Halberstadt; il leggio con l’aquila e le colonne fanno riferimento ai pulpiti Staufer della Puglia. L’altare e il fonte battesimale sono simili per tipologia ed esecuzione a quelli presenti nelle chiese tedesche di Schwechten. Tuttavia, le opere romane sono ulteriormente decorate con i segni dei luoghi di fondazione. Ad esempio, il fonte battesimale reca gli stemmi di Lutero e Melantone e quelli delle città di Mansfeld e Roma.
In seguito alla confisca della cappella dell’ambasciata a Palazzo Caffarelli, anche parti dei suoi arredi vennero inseriti nella nuova chiesa, come il fonte battesimale di Bertel Thorvaldsen descritto di seguito. [MM]

3. Il fonte battesimale di Bertel Thorvaldsen

Lo scultore danese Bertel Thorvaldsen (1770–1844) venne a Roma nel 1797 con una borsa di studio dell’Accademia di Copenaghen, città dove ha poi trascorso la maggior parte della sua vita. Nel 1804 ricevette in commissione un fonte battesimale per la chiesa del castello di Brahetrolleborg sull’isola di Funen, il cui modello fu completato nel 1808 e la versione in marmo nel 1815. A partire dal 1822, nell’atelier di Thorvaldsen furono realizzate diverse repliche, tra cui una in marmo (1826–27), destinata alla cattedrale di Reykjavík (il padre di Thorvaldsen era islandese). Per questa versione fu creato un modello in argilla, che fu venduto all’inglese Philipp Pusey dopo il completamento della versione in marmo nell’aprile del 1828. Pusey, che era anche amico dell’inviato prussiano presso la Santa Sede, Christian Karl Josias von Bunsen, diede in dono a quest’ultimo il modello in creta del fonte battesimale per la congregazione protestante fondata pochi anni prima, dove fu installata in un primo momento nella Cappella della Legazione di Palazzo Caffarelli sul Campidoglio e dal 1930 nella Christuskirche di nuova costruzione. La vasca del fonte battesimale fu disegnata da Michael Knapp e realizzata dal fonditore di bronzo Wilhelm Hopfgarten per conto di Bunsen, i cui figli gemelli Theodor e Theodora furono i primi a essere battezzati in essa il 19 febbraio 1832.
Thorvaldsen cambiò la consueta forma rotonda dei fonti battesimali con una forma quadrata che ricorda la base di un antico altare romano. Quattro scene decorano i lati: Il battesimo di Cristo, Maria con Gesù e san Giovannino, Cristo che benedice i bambini e tre putti galleggianti sopra l’iscrizione. La scena del battesimo, che combina elementi del Classicismo con quelli del Rinascimento italiano, è, per via della monumentalità dello stile del rilievo, tipica delle opere di Thorvaldsen del primo decennio del XIX secolo. [JR]

4. La "Gedächtniskirche" di Roma? I progetti per il “vestibolo memoriale della riforma protestante”

Tra tutti i luoghi, proprio nell´evangelica luterana Christuskirche manca il ritratto del fondatore del protestantesimo. Se fosse stato per l’architetto Franz Schwechten e la Federazione delle associazioni parrocchiali tedesche, a Lutero sarebbe stato riservato un posto d’onore al centro del vestibolo. A partire dal 1913 si concepì la volta a botte del vestibolo della chiesa, oggi intonacata in modo uniforme, con un mosaico che avrebbe dovuto mostrare medaglioni con ritratti e stemmi tra i viticci. Una serie di disegni nell’archivio parrocchiale documenta lo spazio progettato all’epoca e il contenuto dei medaglioni. L’idea di questa decorazione al fine di realizzare un “vestibolo memoriale della riforma protestante” deriva dalla Federazione delle associazioni parrocchiali tedesche, che nel luglio del 1913 fornì anche un elenco dei ritratti desiderati – tra cui, ovviamente, Lutero. L’architetto che fece tesoro dell’esperienza maturata con la Gedächtniskirche di Berlino, dove aveva realizzato un ciclo analogo, propose, dopo soli due mesi, un modello in carta. Il suo scopo era principalmente quello di raccogliere fondi per il progetto in tutta la Germania.
Pertanto, si sarebbero dovuti realizzare 15 medaglioni con ritratto, sette dei quali di riformatori e otto di sovrani protestanti. Sebbene fin dall’inizio le associazioni di donatori più generose sarebbero dovute essere raffigurate dagli stemmi delle loro città, l´associazione parrocchiale di Anhalt, ad esempio, non si sentì sufficientemente riconosciuta e insistette affinché venisse aggiunto il ritratto del proprio sovrano Wolfgang, principe di Anhalt-Köthen. Poiché la simmetria generale, a questo punto, venne sconvolta, fu necessario aggiungere un altro ritratto: il ciclo fu così esteso a 17 tondi. Undici di essi si rifacevano a precisi modelli della Gedächtniskirche di Berlino; i cartoni originali di Hermann Schaper (oggi al Niedersächsischen Landesmuseum di Hannover) vennero quindi copiati e, per adattarsi alle proporzioni romane, ridotti di circa un quarto. Friedrich Schwarting, un tempo allievo di Schaper, morto nel 1911, assunse questo incarico e realizzò anche i restanti sei medaglioni. I documenti dell’archivio parrocchiale consentono una rara lettura del processo di realizzazione: i cartoni esistenti della Gedächtniskirche vennero fotografati e stampati su cartone nella misura desiderata. I nuovi cartoni vennero forati con l’ago lungo i bordi e questi successivamente trasferiti su un altro cartone tamponando con la polvere di carbone. I punti ottenuti furono in seguito collegati fino a formare un disegno che, nella fase successiva, venne nuovamente tinteggiato con i colori dell’originale. Molto prima dell’invenzione della pellicola a colori, il cartone poteva quindi servire all’artista del mosaico come modello per il suo lavoro. Per realizzare i sei medaglioni per i quali non vi erano i modelli della Gedächtniskirche, Schwarting si ispirò a ritratti storici, soprattutto incisioni su rame. Ad esempio, il ritratto del riformatore svevo Johannes Brenz si trova in una raccolta di ritratti di eruditi stampata a Strasburgo nel 1587. Anche il ritratto, probabilmente di mano di Tobias Stimmer, fu fotografato, ingrandito nella scala desiderata e disegnato nell´opportuna sezione circolare. Successivamente i contorni rilevanti per il trasferimento nel mosaico furono tracciati su carta trasparente e i colori da scegliere vennero scritti a mano.
Una volta riunita in una serie, la raccolta di ritratti dalle diverse provenienze difficilmente poteva creare l’impressione armoniosa di un’uniformità compositiva: secondo il progetto originale di Schwechten, nella serie di sette riformatori, due sarebbero stati rappresentati di profilo e di tre quarti, gli altri di mezzo profilo, tre girati a sinistra e quattro girati a destra. Al centro, Lutero sarebbe stato rappresentato con lo sguardo distolto da Zwingli, che invece guarda verso di lui, e osserva in direzione di Calvino, il quale, a sua volta, porge lo sguardo nella direzione opposta. Schwarting, in qualità di autore della rappresentazione, riconobbe chiaramente il problema e volle riorganizzare l’ordine dei medaglioni in maniera diversa. Fino ad oggi non è chiaro se ciò non sia più avvenuto a causa alle turbolenze della Prima Guerra Mondiale. La sequenza dei numeri sui fogli dell’archivio comunale risponde a quest’ultima domanda: permette di individuare una disposizione ideale dei tondi e fornisce la base per il tentativo di ricostruzione qui effettuato. [OL]

5. Film come descrizione: La Christuskirche di Roma

Il breve contributo esplora l’architettura della Christuskirche con l’aiuto di immagini in movimento. Oltre a mostrare i contesti spaziali, il montaggio utilizzato permette di intrecciare il progressivo sviluppo visivo – e anche acustico – del progetto strutturale con i gesti e le azioni quotidiane all’interno della chiesa. Nel movimento cinematografico vengono illustrate allo stesso tempo proporzioni spaziali e relazioni funzionali. La luce prevalentemente naturale illumina l’interno attraverso i vetri lattiginosi delle finestre della chiesa, che ricordano le vetrate paleocristiane in alabastro, mentre i suoni urbani delle riprese esterne contrastano con il silenzio sommesso degli interni. [MM]

Riproduci video

Bibliografia selezionata

  • Nina Bewerunge, Die Christuskirche in Rom, Lindenberg 2016.
  • Vera Frowein-Ziroff, Die Kaiser-Wilhelm-Gedächtniskirche. Entstehung und Bedeutung, Berlino 1982.
  • Stefano Grandesso, Bertel Thorwaldsen (1770–1844), with catalogue by Laila Skjøthaug, Cinisello Balsamo 2015.
  • Jürgen Krüger, Evangelisch-Lutherische Christuskirche Rom, Werl 1988.
  • Jürgen Krüger, Rom und Jerusalem. Kirchenbauvorstellungen der Hohenzollern im 19. Jahrhundert, Berlino 1995.
  • Jürgen Krüger, »Wilhelminische Baupolitik im Ausland, die deutsche evangelische Kirche in Rom«, Römische historische Mitteilungen, 39 (1997), pp. 375–394.
  • Jürgen Krüger, Evangelisch-Lutherische Christuskirche Rom, Ratisbona 1999.
  • Jürgen Krüger, »Luther-Erinnerung in Rom«, in: Reformation und Bildnis. Bildpropaganda im Zeitalter der Glaubensstreitigkeiten, ed. Günter Frank e Maria Lucia Weigel, Ratisbona 2018, pp. 179–195.
  • Jürgen Krüger, »Gegen den Strich gebürstet. Episoden aus der Gemeindegeschichte«, in: Ökumene in Rom. Erfahrungen, Begegnungen und Perspektiven der Evangelisch-Lutherischen Kirchengemeinde Rom, ed. Jürgen Krüger e Jens-Martin Kruse, Karlsruhe 2010, pp. 20–33.
  • Jürgen Krüger, »Eine Lutherkirche in Rom? Deutsch-evangelisch in Rom zwischen 1817 und 2017«, in: Päpstlichkeit und Patriotismus: Der Campo Santo Teutonico – Ort der Deutschen in Rom 1870-1918, ed. Stefan Heid e Karl-Joseph Hummel, Friburgo in Brisgovia 2018, pp. 140–160.
  • Golo Maurer, Preußen am Tarpejischen Felsen. Chronik eines absehbaren Sturzes. Die Geschichte des Deutschen Kapitols 1817–1918, Ratisbona 2005.
  • Andreas Puchta, Die deutsche evangelische Kirche in Rom. Planung, Baugeschichte, Ausstattung, Bamberga 1997.
  • Ernst Schubert, Geschichte der deutschen evangelischen Gemeinde in Rom. 1819 bis 1928, Lipsia 1930.
  • Peer Zietz, Franz Heinrich Schwechten. Ein Architekt zwischen Historismus und Moderne, Stoccarda et al. 1999.

Colophon

Progetto Tatjana Bartsch, Michael Jonas, Madelaine Merino
Fotografie Gabriele Fichera, Enrico Fontolan
Video Madelaine Merino
Testi Tatjana Bartsch [TB], Michael Jonas, Oliver Lenz [OL], Madelaine Merino [MM], Johannes Röll [JR]
Didascalie Regina Deckers
Traduzioni Francesca Denora (IT), Regina Deckers (EN)
Realizzazione Tatjana Bartsch
Assistenza Madelaine Merino

Un ringraziamento particolare va a Oliver Lenz, Lorenzo Civiero, Enrico Fontolan, Marion Schulz e Gertrud Widmer per il loro molteplice aiuto nel fornire, documentare, esaminare e ricostruire i disegni inediti del “vestibolo memoriale della riforma protestante”.

Link al sito web della Congregazione Evangelica Luterana di Roma

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1 Novembre 2022

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