Le Mura terrestri di Costantinopoli, fatte costruire dall’imperatore Teodosio II all’inizio del V secolo, insieme alle mura aureliane di Roma, sono la più grande cinta muraria conservata dell’antichità. Hanno circondato e protetto dagli attacchi esterni per secoli la capitale dell’impero bizantino prima e di quello ottomano poi. Sebbene si tratti della più imponente opera di architettura militare tardoromana giunta fino ai nostri giorni, i turisti che affollano la moderna Istanbul raramente si spingono fino a questo straordinario monumento.
Il fotografo Domenico Ventura ha percorso le mura dal Corno d’Oro fino al Mar di Marmara con la sua macchina fotografica diverse volte dal 2009 e ha sempre avuto con sé le cronache della conquista della città nel 1453 e i diari di viaggio di Edmondo de Amicis del 1874. La sua mostra si propone di esplorare il monumento nel contesto di una città che da tempo è avviata verso un rapido processo di modernizzazione e tuttavia ancora così visibilmente in contatto con il suo passato. Le fotografie si concentrano inoltre sulle transizioni tra l’area urbana e gli spazi rurali: In prossimità della cinta muraria vengono infatti custoditi ancora oggi gli antichi orti coltivati dagli “abitanti delle mura”, che costituiscono uno dei più antichi paesaggi storici del mediterraneo e che sono tuttavia in grave pericolo a causa di scelte urbanistiche finalizzate a un’idea di decoro urbano che non tiene conto del loro valore storico. Mescolanza, rimodellamento e abbandono regolano la scelta delle immagini, dal carattere fortemente documentaristico. Le mura rappresentano un ostacolo al cambiamento o sono emblematiche del rapporto in continua evoluzione della città con la sua gente?